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INFORTUNI SUL LAVORO:
trimestre in nero per il Veneto

Secondo i dati Inail inerenti le denunce di infortunio, sono state 194.106 quelle del primo trimestre del 2022 (+50,9% rispetto allo stesso periodo del 2021), 189 delle quali con esito mortale (+2,2%), ma se aggiungiamo anche quelle di aprile il totale arriva a 217.

Nell’attuale classifica nera “primeggia” la Lombardia, secondo posto invece per il Veneto con 23.489 nel trimestre in questione (in netto aumento dalle 15.945 dell’anno precedente), 20 delle quali con esito mortale (6 in più rispetto allo stesso periodo di un anno fa).

“Purtroppo – spiega Mirco Ghiotti, Coordinatore Regionale di Unilavoro PMI Venetoin alcune circostanze non sono esempi di responsabilità i datori di lavoro che percepiscono la sicurezza come un mero adempimento burocratico, un onere aziendale, una perdita di tempo e a volte anche una spesa. Dall’altra parte, bisogna riconoscere anche la scarsa consapevolezza da parte dei lavoratori che sottovalutano i rischi e i pericoli che possono correre. All’elenco aggiungo anche alcuni enti formativi che considerano la formazione d’aula leggendo le normative e spiegando le slide, il che non è sufficiente.
Per quanto riguarda il triste record della mia Regione credo sia dovuto anche al fatto che in percentuale abbiamo molte più aziende rispetto al resto della penisola e, di conseguenza, la probabilità di incidenti è maggiore. Inoltre negli ultimi anni la nostra Regione ha assistito a un importante avvento di una forza lavoro straniera che, causa difficoltà nel capire la lingua italiana, non recepisce bene le istruzioni relative alla sicurezza sul lavoro.”

In conclusione Ghiotti sostiene con forza una delle principali battaglie portata avanti da sempre da Unilavoro PMI.

“Bisogna promuovere una vera e propria cultura della sicurezza sensibilizzando tutti i soggetti che hanno a che fare con l’argomento senza aspettarci che arrivino nuove normative o modifiche delle normative attuali perché, come più volte abbiamo ribadito, la soluzione al problema non è la sanzione”.

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